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Il D.L. 124/2019 e la Legge di Bilancio 2020 hanno riformato ampiamente il nostro sistema fiscale e tributario al fine di incentivare l’utilizzo dei pagamenti elettronici e contrastare perciò l’evasione fiscale.
Infatti secondo l’ultima stima del Nadef (Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza) ammontano a circa 109 miliardi di euro le imposte evase nell’ultimo anno. L’evasione fiscale porta, in primo luogo ad una riduzione delle entrate dello Stato con conseguente peggioramento dei servizi pubblici (sanità, istruzione, trasporti etc…), in secondo luogo aumenta il livello della pressione fiscale sui contribuenti al fine di compensare la perdita di fondi dovuta a chi evade.
Queste sono le motivazioni che hanno portato l’attuale governo a prevedere nuove forme di controllo per circoscrivere il fenomeno dell’evasione fiscale. In particolar modo si punta ad incentivare i pagamenti tracciabili-già cresciuti a seguito dell’emergenza sanitaria da Coronavirus- attraverso la previsione di numerosi premi.

L’operazione messa in atto dal Governo va sotto il nome di “Cashback” letteralmente ristorno, cioè si prevede un rimborso in denaro riservato a chi fa abitualmente acquisti con strumenti di pagamento elettronici. Il ristorno ammonta al 10% della spesa, con un bonus di 150 euro a semestre.
Le condizioni, i casi e i criteri per ottenere questo ristorno sono affidati al Ministero dell’Economia. Al momento, per ottenere il cashback è necessario spendere almeno 1.500 euro in un semestre, le transazioni al di sopra dei 150 euro saranno parzialmente neutralizzate: un acquisto da 500 euro conterà come un’operazione tracciata ma contribuirà solo per 150 euro al totale dei 1.500. L’obiettivo è quello di spingere sui piccoli pagamenti tracciati, evitando di erogare il rimborso a chi fa poche, grandi transazioni. Per avere il cashback basterebbero quindi, due pagamenti da 30 euro a settimana a dispetto alla taglia di utilizzato attuale delle card, che è pari a 53 euro per i pagamenti di carte di debito su Pos e a 65 euro per quelli con carte di credito.

Incentivare il pagamento digitale non implica solo l’utilizzo delle carte ma fa riferimento anche a tutti i sistemi elettronici e anche alle piattaforme indipendenti di mobile payment come Satispay, la quale non prevede commissioni sotto i 10 euro mentre quelle al di sopra, sono di 0,20 centesimi.
Un aspetto negativo dell’incentivo ai pagamenti digitali è senza dubbio la previsione delle commissioni sull’uso delle carte che portano molti esercenti a preferire il contante. Per il momento il Governo ha azzerato i costi sulle transazioni fino a 5 euro.

I soggetti che potranno beneficiare di questi incentivi sono tutte le persone fisiche maggiorenni, residenti in Italia che acquistano beni e servizi presso soggetti che svolgono queste attività, sono però esclusi gli acquisti online.

L’ ulteriore misura prevista che verrà attuata con decorrenza 1 dicembre sarà il “super-cashback” cioè un premio di 3 mila euro riservato a 100mila cittadini che effettueranno il maggior numero di transazioni in un anno.
L’attuazione di tutte queste misure, secondo una previsione del The European House Ambrosetti, porterebbe lo Stato Italiano ad un incremento del 4,5 miliardi di euro entro il 2025.

VALENTINA VALORI

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