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La Sentenza della Corte Californiana è molto interessante, ovviamente  non ha effetti diretti né indiretti in Italia o in Europa, offre certamente un punto di vista ulteriore e diverso in merito alla possibile reponsabilità delle piattaforme di vendita .

“Amazon She argues that Amazon is strictly liable for defective products offered on its website by third-party sellers like Lenoge. In the
circumstances of this case, we agree.

.Amazon placed itself between Lenoge and Bolger in the chain of distribution of the product at issue here. Amazon accepted possession of the product from Lenoge, stored it in an Amazon warehouse, attracted Bolger to the Amazon website, provided her with a product listing for Lenoge·s product, received her payment for the product, and shipped the product in Amazon packaging to her. Amazon set the terms
of its relationship with Lenoge, controlled the conditions of Lenoge·s offer for sale on Amazon, limited Lenoge·s access to Amazon·s customer information, forced Lenoge to communicate with customers through Amazon, and demanded indemnification as well as substantial fees on each purchase. Whatever term we use to describe Amazon·s role, be it ´retailer,´distributor, or merely ´facilitator, it was pivotal in bringing the product here to the consumer.

 California, Corte d’Appello, 4th Dist. n  075738    . Corte appello California_04-12-2020-113720

La vicenda 

Nel 2017, Amazon è stata citata in giudizio, dopo che una consumatrice aveva riportato gravi ustioni a seguito dell’esplosione di una batteria per computer esplosa pochi mesi dopo l’acquisto.

Nel giudizio di primo grado, Amazon si costituì sostenendo che la responsabilità oggettiva per i danni da malfunzionamento di prodotti, non poteva essere applicato a carico dell’intermediario.

Amazon si definì come un mero “mercato online”, a cui non fosse possibile imputare la responsabilità degli eventi dai prodotti venduti da terze parti, non essendo lo stesso né il produttore né il venditore del prodotto difettoso.

Il giudizio  della Corte di Appello

Nel giudizio d’appello, la Corte della California ha ribaltato la decisione del giudice di primo grado e ha condannando Amazon al risarcimento del danno.

 Le motivazioni che hanno portato la Corte d’Appello a ritenere Amazon  responsabile dei danni dal malfunzionamento dei prodotti venduti da terze parti,  vanno trovate nella circostanza che Amazon si sia posta in una posizione centrale nella catena di distribuzione del prodotto.

I rivenditori come i produttori, sono impegnati nell’attività di distribuzione di merci al pubblico. Sono parte integrante dell’impresa complessiva di produzione e commercializzazione che dovrebbe sostenere il costo degli infortuni derivanti da prodotti difettosi.”

Il famoso “mercato online” accetta il possesso del prodotto dal venditore, lo custodisce nel proprio magazzino, attira il consumatore sul proprio sito web, fornisce allo stesso un catalogo dei prodotti venduti da terze parti, gestisce il pagamento e la consegna.

Amazon, nei rapporti con i venditori,  stabilisce  le condizioni ed i termini di vendita, e  obbliga gli stessi a comunicare con i clienti attraverso la propria piattaforma.

L’estrema importanza del ruolo di Amazon all’interno della catena distributiva, supera il principio secondo cui il gestore di una piattaforma non possa essere ritenuto responsabile delle azioni degli utenti.

Inoltre, la reputazione di Amazon ha raggiunto un tale livello da instaurare nei consumatori un legittimo senso di affidamento. 

Per questi motivi il ruolo di Amazon nella distribuzione di prodotti venduti da terze parti potrebbe dar  vita ad una responsabilità autonoma rispetto a quella del venditore e del produttore del bene difettoso.

Le possibili conseguenze della decisione nell’ordinamento comunitario e italiano

la sentenza americana potrebbe avere ripercussioni, soprattutto nella situazione storica attuale in cui il mercato online è entrato a far parte nella vita quotidiana di molti cittadini.

Nell’ottica dell’ordinamento italiano, la sentenza potrà costituire un importante punto di riferimento, poiché i criteri di imputazione della responsabilità oggettiva per i danni causati da prodotti difettosi, sono simili a quelli dell’ordinamento americano.

Inoltre, vista l’importanza di Amazon nel mercato italiano, non può passare inosservata una pronuncia che nega alla stessa la possibilità di avvalersi della neutralità degli operatori di e-commerce nei rapporti tra produttore, venditore e consumatore.

Come detto precedentemente, Amazon si pone al centro della catena distributiva grazie ai propri metodi di lavoro e gestione delle vendite, superando dunque le tecnicità che definiscono il ruolo di “intermediario”. Tale concetto, risulta di estrema importanza per l’ordinamento italiano, essendo contenuto anche nella direttiva e-commerce dell’Unione Europea.

L’ultimo punto su cui si sofferma la Corte d’Appello della California, che potrebbe avere ripercussioni nella giurisprudenza europea e italiana, è l’estrema importanza del senso di affidamento che i consumatori nutrono nei confronti di Amazon, incoraggiato, peraltro, dalla stessa azienda.

I prodotti venduti sul sito web, grazie alla reputazione di Amazon, godono di una dichiarazione di qualità e sicurezza che rende responsabile del malfunzionamento degli stessi. 

ANDREA BELBUSTI

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